Paris. Bibliothèque nationale de France, Département des manuscrits, italien 112

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Source
Gallica (Bibliothèque nationale de France)
Library
Paris. Bibliothèque nationale de France, Département des manuscrits
Shelfmark
  • italien 112
Biblissima authority file
Date
  • 1301/1400
Language
  • Italian
Title
  • Omelie latine, con miniat. rappresentanti i vizî e le virtù ed alcuni episodi della vita di Gesù Cristo, con le relative illustrazioni in volgare (f. 1-56). Il Passio secondo S. Matteo e varie preci latine (f. 57-67). Oremus tradotti in volgare (f. 67-70). Leggenda di S. Giov. Battista (f. 71 e segg). (Membran).
Description
  • Contents:

    Notice détaillée, Mazzatinti t. II, p. 84-88. Sec. XIV o XV ineunte; membran.; mis. 32 X 24; di ff. 101 numerati anticamente, in cifre romane, fino a fol. LX, e modernamente, in cifre arabiche, i ff. 61 e sgg.; acef. e mancante di qualche foglio nel corpo. Rileg. modernamente in pelle, col titolo « Homiliae et orationes » impr. sur dorso. I fogli sono scritti ora a due colonne, ora per esteso. Di ciò che il presente ms. contiene do la tavola; non riporto alcuna prosa perché tutto o quasi, furono diligentemente publicate dal dott. ANTONIO IVE (¤Prose genovesi della fine del secolo XIV e del principio del XV$) nel tom. VIII dell'¤Arch. glottol. ital$. Queste prose sono a fol. 2, 3, 7, 9, 11, 11/a bis, 11/b bis, 15, 21/b, 26/b, 27/a, 28/b, 43, 45/a, 48/b; 49/a, 50/b, 53/b, 54, 56/a, 64/b, 67/b, 71-101. Citandole nella tavola, rimando il lettore alla ediz. del dott. A. Ive. (Estratto dall'Arch. cit., di pagg. 97). [——] Come il dott. Ive ha notato, questo ms. (che nell' ultimo foglio di coperta ha una lettera scr. da Genova nel 1564) è ligure, ed appartenne alla Fraternita di S. Bartolomeo del convento della B. V. di Castello. In fatti a fol. 68 è questa preghiera: « Preghemo per tute le annime cristianne chi sum in stao do peccao mortar e speciarmenti per ii fray de questa beneita compagnia. Che lo nostro segnor, li tragha de peccao e li meta in stao de gratia et de penitentia perla santa pietae soc. Pregemo per tutti quelli sum in stao de gratia e de penetentia e specialmenti per li nostri singulai frai de madona da Castello e per tutti li altri che fam questa disciplina beneita in çenoa in lo destreito e in ogni atra parte... Anchora preghemo la gloriosa vergem maria e lo gratioso appostoro messer san berthome maire e patron de questa compagnia e tuti li altri beneiti santi e sante... » (Ive, pag. 2 e 29). « L'autore (soggiunge l'Ive, pag. 2) della collezione, qualunque esso sia, riuniva, in uno stesso volume, con le omelie di tutto l'anno e le preghiere del suo uffizio, tutto quell'apparato di cui solea servirsi nel predicare al popolo o nelle esortazioni che rivolgeva ai fratelli durante l'ufficio della passione, il giovedì e venerdì santo. » Ed ecco quanto il ms. contiene: [——] F. 1/a. — « Homelia in presentatione », ed appresso « [Homelia] in purificatione becte marie virginis ». [——] F. 1/b. — Miniatura rappresentante la Giustizia seduta in trono; ai lati ha due angeli, ed una spada nella destra e nella sinistra una bilancia ; in alto, fra le stelle, appare la faccia dell'Eterno. Da un lato, scritto in rosso, leggesi : « Mi sum la iustixia chi sepre ho studia a fa a pensa a di tute cose iuste pienne de seno et de bonta. Ni çama per loxenge ni per menaxe ni per zoie ni per dinari non vosse rumpere la iustixia chi de a comanda in pero in paraixo sum incorona ». [——] F. 2. — Della Giustizia. Com. « La iustixia si he una de le quatro venue cardenae... » (Ive, pag. 3 e segg.). [——] F. 2/b. — « Homelia sancti Stephani protomartiris ». - « Homelia sancti Johannis... ». [——] F. 3. — Della Fortezza. Com. « La vertue de la forteza si he vertue chi fa lo quor forte... » (Ive, pag. 4 e segg.). [——] F. 4/a-6b. — Omilie de' santi Mattia apostolo, Giorgio martire, Jacopo e Filippo, Pietro e Paolo, e d' altri. [——] F. 7. — Della Fede. Com. « Fidem est credere quod non vides... » (Ive, pag. 7 e segg.). [——] F. 8. — Omilie de'santi Jacopo apostolo e martire, di Cristoforo martire e d'altri. [——] F. 9. — Della Speranza. Com. « Dito de la fe et de la infidelitae ora diremo de la speranza... » (Ive, pag. 9 e segg.). [——] F. 10. — « Homelia in decollatione santi Johannis baptiste ». Omilie varie. [——] F. 11. — Della Carità. Com.. « Lo segnior dixe in lavangerio... » (Ive, pag. 12 e segg.). [——] F. 12. — « Homelia in dedicatione sancti michaelis arcangeli ». Omelie varie. [——] F. 12. — Della Castità. Com. « Chi vo sauei de la castitae... » (Ive, pag. 16 e segg.). [——] F. 14. — Omelie di S. Andrea apostolo e d' altri. [——] F. 15. — Della Pazienza. Com. « Lo nostro senior » (Ive, pag. 19 e segg.). [——] F. 21/b. — Volgarizzamento di uno squarcio dell' Apocalisse XIV, 1-5) e di Matteo (II, 13-17). (Ive, pag. 21 e segg.). [——] F. 26/b. — « Ordo dicendi ofilcium die Jovis sancti in cena domini ». Com. « Primum leguntur vulgaria... ». [——] F. 26/b-28/b. — Preci varie. [——] F. 43. — « In lo dì de la asenzion - li fati de li apostori »; volgarizzamento degli Atti, I, 1-11 (Ive, pag. 22 e segg.). [——] F. 43. — « Segondo Mathe (sic) »: volgarizzamento di Marco, XVI, 14-20 (Ive, pag. 23). [——] F. 45. — « Lo di de pentecoste - li faiti de li apostori »: volgarizzamento degli Atti, II, 1-11 (Ive, pag. 23). [——] F. 45. — « Segondo Csoane »: volgarizzamento di Giovanni, XVI, 23-31 (Ive, pag. 24). [——] F. 53/b-54/b. — « Dele femine buone e ree ». Com. « La scritura divina si parla monto... » (Ive, pag. 24 e segg.). [——] F. 57/a-67/a. — Il Passio di Matteo. Preci varie in latino: alcune linee sono in volgare a fol. 64/b (Ive, pag. 27). [——] F. 67/b-70/b. — Preci latine e volgari (Ive, pag. 27 e segg.). [——] F. 71/a-101/b. — Leggenda di S. Giovanni Battista. Com. « A lodo de dee e della docissima uergene maria... » (Ive, pagina 30 e segg.). [——] Il trattato delle virtù (f. 2-15) è illustrato da miniature rappresentanti quelle ed i vizi. Altre, relative al testo, occorrono a fol. 4/b, 6/b, 12/b, 14/b l7/b (l'Annunziazione), 18/a (il Natale) 19/b (l'adorazione dei re Magi), 20/b (la strage degl'Innocenti), 22/b (la fuga a Nazaret), 23/a (Gesù nel tempio fra i dottori), 24/b (il battesimodi Cristo), 25/b (la Trasfigurazione), 27/b (Gesù nell'orto; tradimentodi Giuda), 29/b (Cristo dinanzi a Pilato), 30/a (Cristo beffeggiato), 31/b (Cristo legato alla colonna), 32/a (Cristo porta la croce), 33/a(Cristo in crocs), 34/b (deposizione del corpo di Cristo dalla croce), 35/a (Maria tiene su le ginocchia il corpo del figlio), 37/a (la Resurrezione), 42/b (l'Ascensione), 46/b, 47/a (Cristo e la Vergine: incoronazione della Vergine). A fol. 48/b sono raffigurati vari santi ed alcune monache, dalla bocca dei quali esce un filo d'oro che conginuge a Dio il quale si cela in alto fra le stelle; in margine leggesi : « Questi si orauan a de e demandauan gracie iuxte le gracie iuste si sun exaudie da deo le quae sum radji çoe sprendoi doro. » Altri santi ed altre monache sono rappresentati a fol. 49/a in atto di pregare; dalla bocca loro esce visibilmente del fumo. In margine è così spiegata codesta miniatura; « Questi demandan gracie temporae le quae... e no le domandan iustamenti ni cum bona discrecion. In perço gi esce fumo per la bocha ». A fol. 50/b è disegnata una magra figura ignuda seduta sopra uno scheletro di cavallo che galoppa, ed armata d' arco, lancia e dardi: in margine leggesi: « Questa sie la morte chi no guarda ni a richo ni a pouero... ni a forte. tanti na menao e tanti ne menera e da le nisun no scampera ». Una sua freccia colpito in fronte un guerriero, a canto al quale è scritto: « Questo si se no defende da la morte ». Nel margine inferiore della stessa pagina sono rappresentati monaci, vescovi e monache tutti colti dal sonno grave della morte; due figure sedute hanno in mano un cembalo ; presso a quei morti è disegnato un cervo, un topo ed un altro animale: la scritta dice: « Vixen questi chi sun pasai de questa uita doi cose sum le quae deuereiuan esse pu chare cha cosa chi sea e de le quae cose se fa gran merchao. çoe lo tempo e lamor. lamor e lo tempo se deuerea meter in de ein lo proximo ». A fol. 51/a è una pianta, tra i rami frondosi della quale celasi una donna; su pel tronco s'affatica a salire un uomo, e alle radici due animali, un bianco ed uno nero, rodono il tronco stesso: a canto a questi leggesi: « Questo è lo rato neigro che significa la note. Questo è lo rato iancho che significa lo iorno ». Sotto alla pianta è un dragone, simbolo del demonio: da l'alto discende verso l' uomo che vuole arrampicarsi su pel tronco dell'albero un vecchio che al capo ha l'aureola e protende a lui una scala dicendogli: « Fiio me uene a mi su per questa scara eleuate de li perigori donde tu e e de lannima e de lo corpo. No uei tu che lo demonio derre si te ferise e lerboro unde tu e adeso chaçera e lo dragon si te aspecta de aferraa per menar lannima toa inter lo fogo de linferno a bruxa ». A fol. 52/b e 53/a sono raffigurate due città con torri ed eserciti in arme; a canto alle mura è una donna: la scritta della prima miniatura dice: « Questa femena chi e coçi inpenta significa a quella maruaxe femena de herena per la quar la citae de troya fo dexfaita et la quar citae breuementi sis coçi impenta come ella stauea en paxe »: quella della seconda miniatura è: « Coçi sie impento como questa femena significa si como la dita herena misse tuta la citae de troya ale arme: Dicit Beatus Bernardus non est locus in muliere qui non sit laqueus dyaboli ». A fol. 54/b è una ruota di otto raggi, mossa in giro da una donna; in alto siede l'Eterno ed alla circonferenza stanno avvinti tre uomini; a canto al primo che ascende leggesi « regnabo », a canto al secondo che discende « E uegno da regna »; sotto al terzo che trovasi in direzione opposta a quella dell'Eterno, ardono le fiamme ed è scritto « Sum sine regno ». A fol. 55/b è la gloria del cielo e nella pagina seguente l'inferno con questa, scritta: « Questa si e alcuna de le figure de l'inferno eterna Vnde nos atro che ma ne ma fino ge sera. Si tute le infirmitae e tute le pene e tute le morte de questo mondo fossen in un corpo non porauene asemia a la menore penna de quelle de inferno Impero che in linferno nos nigiuna redencion li si e spuza grandissima ne no ge nigiuna bona olita. li si. e fogo ardentissimo et no ge nigiun refregerio. li si ge crij grandissime cum pianti et cum sospiri et cum lamenti. li no ge nigun conforto chi bon sea. li si e tenebre grandissime no ge luxe niguna. le aneme che ge sum sum molto marturia et befa et screnie da li demonij che le dixe o triste aneme che per la uostra propria uoluntae et per compiacer a li uostri corpi non i lasa uegnir in questo loco Et ancora quelle anime che sum a linferno fam grandissime crij digendo o triste nue che anemo tanti ma. Et da li demonij semo marturia et befa ni a la gloria de paradixo zama nondemo... Et tuti questi ma auemo per seguere tute le nostre uoluntae... no auemo uosue teme ne ama ne seruir Impero staremo sempre in tante penne qui Voy no abia neguna speranza de eusir de qui ».

    Physical Description:

    Parchemin101 ff. précédés et suivis par 3 gardes de papier.310 × 235 mm.
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  • Bibliothèque nationale de France. Département des Manuscrits
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